Gli esperti affermano che i dolcificanti ipocalorici aiutano a ridurre il consumo di zucchero

Nuovi studi scientifici presentati alla conferenza organizzata dall’Associazione Internazionale Dolcificanti (ISA) riconoscono i risultati attuali secondo i quali i dolcificanti ipocalorici contribuiscono alla riduzione dello zucchero, nella gestione della voglia di dolce e del peso corporeo

Sintesi della conferenza ISA 2018

  1. I dolcificanti ipocalorici contribuiscono a soddisfare le raccomandazioni formulate in materia di sanità pubblica relative alla riduzione nell’assunzione dello zucchero connesse a una dieta di migliore qualità, secondo quanto emerge dai nuovi studi sulla popolazione.
  2. Le prove rilevate dagli studi clinici effettuati nell’uomo confermano che i dolcificanti ipocalorici aiutano nella riduzione del peso e al controllo della glicemia, se utilizzato come sostituto dello zucchero per un periodo di tempo sufficiente.
  3. La sicurezza dei dolcificanti ipocalorici è confermata dalle autorità per la sicurezza alimentare in tutto il mondo.

Londra, 6 novembre 2018: le ultime ricerche sull’uso, i benefici e il ruolo nella dieta dei dolcificanti ipocalorici oggi sono state oggetto di discussione alla 3ª Conferenza dell’Associazione Internazionale Dolcificanti (ISA) a Londra, dal titolo “La scienza a supporto dei dolcificanti ipocalorici: dove le prove incontrano la politica”. L’ISA, creata per informare sulle più aggiornate informazioni nutrizionali e scientifiche relative ai dolcificanti a basso contenuto calorico, ha invitato 17 esperti di fama internazionale con l’obiettivo di condividere aggiornamenti relativi al ruolo dei dolcificanti ipocalorici nella dieta e nella salute in generale.

  • Il discorso di apertura del congresso è stato tenuto dal Prof. Adam Drewnowski, Direttore del Centro di Salute Pubblica sulla Nutrizione presso l’Università di Washington, Seattle, USA, ed ha presentato studi recenti secondo i quali l’uso di dolcificanti ipocalorici è connesso a una maggiore qualità della dieta nel suo complesso1 e può aiutare le persone a soddisfare le raccomandazioni in materia di nutrizione per ridurre l’assunzione di zuccheri in eccesso2.
  • Nel corso di una sessione dedicata al ruolo dei dolcificanti ipocalorici nella gestione del peso, sono stati forniti elementi di prova a sostegno dei presunti vantaggi dei dolcificanti ipocalorici per essere utili nella riduzione delle calorie in eccesso derivate dagli zuccheri e quindi nella riduzione del peso3. Il Dott. John Sievenpiper, professore associato dell’Università di Toronto, Canada, ha presentato per la prima volta i risultati di una metanalisi a rete (network) e a coppie (pairwaise) di prove randomizzate e controllate, che offrono una migliore protezione dai bias, ed ha concluso che i dolcificanti ipocalorici hanno il vantaggio e precisano che non ci si può aspettare che il consumo dei soli dolcificanti ipocalorici possono favorire la perdita di peso, ma possono servire per sostituire gli zuccheri e portare a una riduzione di apporto energetico per un periodo di tempo sufficiente.
  • Un argomento di grande attualità trattato durante la terza sessione della conferenza ISA ha riguardato il ruolo dei dolcificanti ipocalorici nella gestione del diabete. La discussione ha dimostrato che la sostituzione dello zucchero con dolcificanti ipocalorici può essere una strategia pratica per controllare il glucosio delle persone affette da diabete. Il Dott. Hugo Laviada-Molina, endocrinologo e professore presso l’Università Marista di Merida, in Messico, dopo aver esaminato tutti i dati pubblicati, ha concluso che, “le prove derivanti dagli studi clinici sull’uomo confermano che i dolcificanti ipocalorici non incidono nei livelli di glucosio nel sangue e negli altri indici di glicemia4,5“. Inoltre, rispetto a un argomento molto discusso relativo ai dolcificanti ipocalorici e alla flora intestinale, il Prof. Ian Rowland, professore presso l’Università di Reading, nel Regno Unito, ha concluso che, sebbene sia frequentemente dibattuto nei mezzi di comunicazione, le prove disponibili non confermano che i dolcificanti ipocalorici hanno effetti nocivi sul livello di sensibilità dell’insulina, o sulla salute in generale tramite i suoi effetti sulla flora intestinale6.

Nell’arco della giornata, gli esperti hanno sottolineato che la sicurezza dei dolcificanti ipocalorici autorizzati è stata ripetutamente reiterata dalle autorità di regolamentazione di tutto il mondo quali l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO)/ l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), gli Esperti per gli additivi alimentari (JECFA), l’Amministrazione Americana per gli Alimentari e i Medicamenti (FDA) e l’Autorità europea per gli alimenti (AEA) La Dott.ssa Rebeca López-García, una consulente tossicologa esperta del Messico, ha rilevato che “Possiamo essere sicuri rispetto alla sicurezza dei dolcificanti ipocalorici attualmente autorizzati ad essere utilizzati nei prodotti alimentari e nelle bevande, infatti tutti i dolcificanti sono stati sottoposti a rigorose valutazioni di sicurezza dalle autorità per la sicurezza alimentare prima della loro approvazione preliminare per l’uso, che ha determinato una dose giornaliera accettabile (ADI)”.

La conferenza si è conclusa con un vivace dibattito connesso al ruolo svolto dai dolcificanti ipocalorici nella riduzione dello zucchero dal punto di vista della salute pubblica. Come ben sintetizzato dalla presidenza della sessione, il Prof. Peter Rogers, Professore di Psicologia Biologica presso l’Università di Bristol, nel Regno Unito, il panel dei relatori ha concluso che: “La sostituzione degli zuccheri con dolcificanti ipocalorici, può essere uno strumento utile per la riformulazione dei prodotti alimentari e un modo utile, fra le varie strategie esistenti, per gestire questioni attuali nell’ambito della salute pubblica, di una notevole riduzione dello zucchero e dell’obesità”.

Nell’ottica di queste conclusioni, l’ISA continuerà a lavorare, unitamente alle altre parti interessate, per assicurarsi che verranno trovate soluzioni positive alle sfide globali poste dalle malattie non trasmissibili.

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  1. Drewnowski A, Rehm CD. Consumption of low-calorie sweeteners among U.S. adults is associated with higher Healthy Eating Index (HEI 2005) scores and more physical activity. Nutrients. 2014; 6(10): 4389-403
  2. Patel L, Alicandron G, La Vecchia C. Low-calorie beverage consumption, diet quality and cardiometabolic risk factor in British adults. Nutrients 2018; 10: 1261
  3. Rogers PJ, Hogenkamp PS, de Graaf C, et al. Does low-energy sweetener consumption affect energy intake and body weight? A systematic review, including meta-analyses, of the evidence from human and animal studies. Int J Obes (Lond) 2016; 40: 381-94
  4. Nichol AD, Holle MJ, An R. Glycemic impact of non-nutritive sweeteners: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Eur J Clin Nutr 2018; 72: 796-804
  5. Timpe Behnen EM, Ferguson MC, Carlson A. Do sugar substitutes have any impact on glycemic control in patients with diabetes? J Pharm Technol. 2013; 29: 61–5
  6. Magnuson BA, Carakostas MC, Moore NH, Poulos SP, Renwick AG. Biological fate of low-calorie sweeteners. Nutr Rev 2016; 74(11): 670-689