Risposta dell’ISA alle scoperte dello studio presentato in occasione del 54º incontro annuale dell’EASD da Young et al.
In seguito alla presentazione dei risultati preliminari provenienti da uno studio clinico in corso, non ancora pubblicato, di Young et al. in occasione del 54º incontro annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD), l’Associazione Internazionale Dolcificanti (ISA) desidera sottolineare l’evidenza collettiva da trial clinici che dimostrano che i dolcificanti ipocalorici non hanno alcun impatto sul controllo del glucosio nel sangue degli esserie umani1,2,3, e che non hanno effetti negativi sulla risposta glicemica4.
I dolcificanti ipocalorici vengono consumati a livelli così bassi che è molto improbabile che possano avere un impatto diretto e significativo dal punto di vista clinico sul microbiota intestinale. Se, da un lato, in futuro, potrebbero essere necessari dei trial clinici ben disegnati su esseri umani per poter esaminare gli effetti potenziali sul microbiota intestinale nell’ambito di un consumo umano realistico, la notevole quantità di dati scientifici ben fondati dimostra che i dolcificanti ipocalorici non hanno alcun impatto o effetto negativo né sul controllo del glucosio nel sangue, né sulla sensibilità insulinica. È anche necessario evitare di estrapolare qualsiasi effetto di un dolcificante ipocalorico sulla microflora intestinale a tutti i dolcificanti, dal momento che dati ben documentati confermano che ci sono differenze nella loro chimica, nel loro movimento all’interno del corpo, e nella quantità di dolcificanti ipocalorici o metaboliti che raggiungono la microflora intestinale5,6.
Al tempo stesso è importante indicare che, mentre sono stati condotti vari studi che studiano gli effetti della composizione della dieta sul microbioma intestinale, non esiste ancora un’evidenza conclusiva su come determinati alimenti o nutrienti possono influenzare la diversità, abbondanza e diversi profili del microbiota intestinale, e su come questi cambiamenti possono influenzare determinati esiti salutari, come ad esempio l’obesità, il diabete o la sindrome metabolica7,8. Di conseguenza, qualsiasi teoria sugli effetti dannosi dei dolcificanti ipocalorici sul microbiota intestinale basata sulla presentazione di scoperte preliminari di questo studio di Young et al. è solo speculativa.
Di fatto, il profilo del microbioma intestinale può cambiare ogni giorno e rapidamente, anche entro 24 ore, con semplici variazioni in termini di assunzione degli alimenti quotidiani e composizione della dieta8. Una composizione della dieta diversa tra l’intervento e il gruppo di controllo potrebbe influenzare notevolmente i risultati di questo studio.
I dolcificanti ipocalorici, quando vengono utilizzati al posto dello zucchero e nell’ambito di una dieta equilibrata e di uno stile di vita salutare, possono essere uno strumento utile per le persone affette da diabete per le quali il controllo glicemico è fondamentale.