Sicurezza, uso e benefici dei dolcificanti ipocalorici spiegati dagli esperti

Messaggi da portare a casa dal webinar della Fondazione Ibero-Americana per la Nutrizione

 

Sintesi:

  • Il piacere per il dolce è innato e diminuisce dall’infanzia all’età adulta.
  • I dolcificanti ipocalorici vengono aggiunti al posto dello zucchero negli alimenti e nelle bibite per offrire un sapore dolce con poche o nessuna caloria. Si utilizzano quantità molto piccole (milligrammi) per sostituire grammi di zucchero e per ottenere il dolce desiderato.
  • La sicurezza dei dolcificanti ipocalorici è stata valutata ripetutamente e ampiamente da parte degli enti normativi per la sicurezza alimentare a livello globale. Queste agenzie hanno confermato in più occasioni che i dolcificanti ipocalorici approvati sono sicuri.
  • Il consumo di dolcificanti ipocalorici può aiutare a ridurre l’assunzione di calorie e zucchero e, a sua volta, il controllo del glucosio e del peso quando si utilizza per sostituire lo zucchero nell’ambito di un piano dietetico strutturato.
  • In base alle ricerche disponibili, l’assunzione di dolcificanti ipocalorici in dosi da consumo umano non influenza negativamente il microbiota intestinale.

In un’epoca in cui le informazioni on-line nell’ambito della nutrizione possono essere contrastanti e confuse, i professionisti della salute dovrebbero cercare informazioni scientifiche affidabili e rivolgersi a fonti credibili quali le autorità normative e le organizzazioni per la salute, che basano le loro conclusioni sulla totalità delle informazioni disponibili basate sull’evidenza. Tale necessità è stata sottolineata dagli esperti che hanno parlato in occasione di un webinar sui dolcificanti ipocalorici organizzato dalla Fondazione Ibero-Americana per la Nutrizione (FINUT) il 10 aprile 2019. Sette esperti accademici provenienti dalla Spagna e da paesi dell’America Latina hanno presentato l’ultima evidenza sulle proprietà e caratteristiche del sapore dolce e anche sulla sicurezza, uso e ruolo dei dolcificanti ipocalorici nella gestione del peso e nel controllo del glucosio.

L’attuale articolo ha lo scopo di presentarvi i messaggi chiave da portare a casa di ogni relatore, presentati in occasione del webinar della FINUT sui dolcificanti ipocalorici.

Prof. Emilio Martínez de Victoria, Professore di Fisiologia, Università di Granada, Spagna:

Il dolce è uno di “gusti principali”. Il corpo umano “riconosce” il dolce con l’aiuto dei recettori del sapore dolce che si trovano nella cavità orale e sono responsabili della rilevazione iniziale di uno stimolo derivato dal dolce. Questi recettori rispondono a varie molecole dal sapore dolce, tra cui gli zuccheri, i polioli e i dolcificanti ipocalorici. Oggigiorno sappiamo che i recettori del sapore dolce sono presenti anche in altri organi del corpo umano.

Il fatto di gradire il sapore dolce è qualcosa di innato. Siamo nati con la predilezione per il dolce, che va diminuendo dall’età dell’infanzia a quella dell’adolescenza e nell’età adulta. La maggiore predilezione per il gusto dolce durante l’infanzia può essere un riflesso della maggiore necessità di energia e di nutrimento dei bambini durante il periodo di massima crescita.

Attualmente, l’evidenza non sostiene il fatto che l’esposizione al gusto dolce porti ad un maggiore appetito e/o consumo di zucchero. Ciò che dimostra la ricerca disponibile è che, dopo aver mangiato qualcosa di dolce, la momentanea predilezione e scelta di ulteriori alimenti dal sapore dolce si riduce, un fenomeno noto come “sazietà sensoriale specifica”.

Prof.ssa Adriana Gámbaro, Professoressa e Direttrice del Dipartimento di Scienza e Tecnologia Alimentare della Universidad de la República, in Uruguay:

Le sensazioni del gusto umano possono essere suddivise in cinque qualità primarie o “di base”: amaro, acido, salato e umami, o saporito, in cui quest’ultimo è un’aggiunta recente. Esiste una notevole variazione tra gli individui per quanto riguarda la percezione del dolce. In generale, la percezione del sapore dolce è istantanea.

La valutazione sensoriale viene definita come “una disciplina scientifica utilizzata per invocare, misurare, analizzare e interpretare le reazioni nei confronti delle caratteristiche di alimenti e materiali in base a come vengono percepiti dai sensi della vista, olfatto, gusto, tatto e udito”. Esistono diversi metodi che sono stati sviluppati e vengono utilizzati nella valutazione sensoriale. I metodi più analitici includono la partecipazione di individui che possiedono delle capacità sensoriali avanzate rispetto al resto della popolazione e che sono in grado di rilevare piccole differenze a livello di sapore, compresa l’intensità del dolce.

Dott.ssa Rebeca López-García, Tossicologa, Logre International Food Science Consulting, Messico:

I dolcificanti ipocalorici sono additivi alimentari che vengono aggiunti a vari alimenti e bibite al posto degli zuccheri per apportare il dolce desiderato con poche o nessuna caloria. Tutti i dolcificanti ipocalorici, sia di origine naturale che sintetica, sono stati sottoposti allo stesso processo approfondito di valutazione della sicurezza prima di essere approvati per l’uso in alimenti e bibite.

Come additivi alimentari, i dolcificanti ipocalorici vengono aggiunti ai prodotti alimentari per uno scopo tecnologico specifico, vale a dire per apportare il sapore dolce. Il loro uso di per se stesso non è stato concepito per avere alcun effetto sulla salute. Quando vengono utilizzati per sostituire gli zuccheri nella dieta, i dolcificanti ipocalorici possono recare dei benefici collegati alla riduzione dello zucchero e, a loro volta, servono per aiutare a ridurre l’assunzione di calorie e, quindi, migliorare il controllo del peso.

Prof.ssa Cecilia de Figueiredo Toledo, Professoressa, Dipartimento di Ingegneria Alimentare della Universidad Estatal de Campinas, Brasile:

La sicurezza dei dolcificanti ipocalorici approvati è stata ripetutamente valutata e confermata da enti normativi e scientifici di valutazione dei rischi a livello globale come, ad esempio, il Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), l’Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali degli Stati Uniti (FDA) e l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA)

Durante il processo di valutazione e approvazione, gli esperti di valutazione del rischio delle agenzie di sicurezza alimentare stabiliscono una Dose Giornaliera Accettabile (DGA) per ogni dolcificante approvato, che rappresenta la quantità di un additivo alimentare approvato che si può consumare quotidianamente nella dieta, per tutta la vita, senza incorrere in rischi per la salute. La DGA si esprime sulla base del peso corporeo, ovvero in (mg) per chilogrammo (kg) di peso corporeo (bw) per giorno.

Dott.ssa Susana Socolovsky, Consulente Internazionale, Pentachem SRL, Argentina:

I dolcificanti ipocalorici vengono utilizzati per sostituire lo zucchero negli alimenti e nelle bibite. Mentre i dolcificanti ipocalorici sono diversi gli uni dagli altri in termini di struttura, potere dolcificante e profilo globale, in genere sono centinaia di volte più dolci rispetto allo zucchero, per cui pochi milligrammi di un dolcificante bastano per sostituire, ad esempio, 25 g di zucchero, la quantità tipica di zucchero in un bicchiere di bibita analcolica zuccherata.

L’assunzione di dolcificanti ipocalorici viene monitorata per garantire che l’esposizione non superi la Dose Giornaliera Accettabile (DGA) per ogni dolcificante individuale. In generale, gli studi effettuati per stabilire le assunzioni di dolcificanti ipocalorici a livello globale nell’ultimo decennio indicano che i livelli di assunzione sono generalmente entro i limiti per la DGA dei dolcificanti individuali e non destano preoccupazioni per quanto riguarda il superamento delle DGA.

Dott. Rafael Figueredo, Direttore, Instituto Privado de Nutrición Integral, Paraguay, Presidente della Società Latino Americana per la Nutrizione (SLAN):

L’uso di dolcificanti ipocalorici al posto dello zucchero nell’ambito di una dieta strutturata e di programmi di perdita del peso può favorire la riduzione del peso eccessivo e il mantenimento della perdita di peso. Il loro effetto sulla gestione del peso è modesto, ma significante dal punto di vista statistico e clinico, e ancora più evidente in individui in sovrappeso o obesi.

Inoltre, l’uso di dolcificanti ipocalorici non influenza il controllo del glucosio e può contribuire ad un migliore controllo glicemico quando vengono utilizzati al posto dello zucchero nell’ambito dei programmi di controllo del diabete. Gli effetti benefici dipendono dal livello di sostituzione e riduzione dei carboidrati.

Prof. Angel Gil, Professore di Biochimica e Biologia Molecolare, Università di Granada, Spagna, Presidente della FINUT:

Gran parte degli studi sui dolcificanti ipocalorici e sul microbioma sono stati effettuati su animali e ci sono pochissimi studi su esseri umani. I dati attuali non presentano alcuna evidenza in termini di effetti avversi dei dolcificanti ipocalorici sul microbiota intestinale in dosaggi applicabili all’uso umano. I cambiamenti a livello dietetico non collegati al consumo di dolcificanti ipocalorici sono probabilmente il fattore più determinante per il cambiamento nella composizione del microbiota intestinale, a conferma della teoria sostenuta da tutte le principali autorità per la sicurezza alimentare e le normative sanitarie a livello internazionale secondo cui i dolcificanti ipocalorici sono sicuri ai livelli attualmente approvati. Sono necessari ulteriori studi per chiarire se i cambiamenti osservati con alcuni dolcificanti nel microbiota intestinale negli animali sono presenti negli esseri umani e studiare gli effetti dei dolcificanti per i quali non è ancora disponibile alcuna evidenza.

Il webinar in spagnolo è ancora disponibile gratuitamente on-line nel sito Web della FINUT.