Dichiarazione dell’ISA in risposta al nuovo studio di Sylvetsky et al.
L’Associazione Internazionale Dolcificanti International Sweeteners Association (ISA) risponde ad un nuovo studio di Sylvetsky et al.1, facendo riferimento all’enorme corpus di evidenza scientifica che dimostra che i dolcificanti ipocalorici possono aiutare gli adulti e i bambini a ridurre la loro assunzione di calorie e possono essere uno strumento utile per aiutare nella gestione del loro peso corporeo, quando vengono utilizzati al posto dello zucchero e nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita salutare.2,3,4,5
Sostituendo gli zuccheri negli alimenti e nelle bibite comuni, i dolcificanti ipocalorici possono aiutare a diminuire la densità energetica di questi cibi, il che, a sua volta, può significare un notevole risparmio di calorie. Contrariamente ai risultati di questa pubblicazione di Sylvetsky et al., le scoperte di solidi studi condotti in altre popolazioni, in adulti6,7 e sia in bambini che in adulti 8,9, hanno dimostrato che il consumo dei dolcificanti ipocalorici è associato ad una qualità della dieta generalmente superiore e ad una minore assunzione di zucchero. Di fatto, un’altra recente analisi dei dati dal 2009 al 2016 chiamata NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey), ha scoperto che in tutte le fasi della vita, comprese quelli dell’infanzia e dell’adolescenza, i consumatori di bibite dolcificate senza calorie o con poche calorie hanno effettivamente avuto minori assunzioni di zuccheri totali, zuccheri aggiunti e carboidrati rispetto ai consumatori di bibite zuccherate.8
Analizzando lo studio di Sylvetsky et al. più dettagliatamente e per contestualizzare le sue scoperte, è fondamentale sottolineare le limitazioni associate al suo: essendo uno studio osservazionale trasversale, le sue scoperte non possono stabilire una causalità . Inoltre, gli stessi autori affermano che le loro analisi non hanno preso in considerazione la qualità della dieta globale dei partecipanti, un potenziale fattor di confusione che potrebbe avere facilmente influenzato i risultati dello studio.
Un’altra grande limitazione della loro analisi, che rende le scoperte dello studio ulteriormente questionabili, è il metodo di rapporto utilizzato per la valutazione dell’assunzione delle bibite. Di fatto, questa valutazione, e quindi tutti i risultati dello studio, sono stati basati su di un solo ricordo auto-comunicato di 24h, da parte dei bambini o dei loro genitori. Questo metodo può deviare notevolmente lo studio, dal momento che i risultati non sono stati basati su una misurazione dell’assunzione dietetica, ma su un consumo auto-comunicato delle bibite e solo per un giorno, il che potrebbe non coincidere con la dieta normale. Inoltre, da una prospettiva statistica, la categorizzazione in gruppi utilizzata in questa analisi dei dati rende difficile svincolare il consumo delle bibite con dolcificanti ipocalorici (LCSB) da quelle zuccherate in ogni gruppo. Ad esempio, i partecipanti sono stati definiti consumatori di LCSB se hanno comunicato un consumo maggiore o uguale a 120 ml di LCSB in un solo giorno, e meno di 120 ml di bibite zuccherate, il che, tuttavia, non è una quantità trascurabile e potrebbe aver influenzato i risultati relativi all’assunzione di energia e di zucchero. Infine, il numero di partecipanti del gruppo LCSB è ridotto (n=345; circa un 6% del campione).
Utilizzati negli alimenti, nelle bibite e come dolcificanti da tavolo, i dolcificanti ipocalorici possono offrire alle persone un’ampia scelta di opzioni dal sapore dolce senza o con pochissime calorie, per cui possono essere uno strumento utile, se utilizzati al posto dello zucchero e nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita salutare, per aiutare a ridurre l’assunzione globale di zucchero, nonché per gestire i livelli di glucosio nel sangue.10 I dolcificanti ipocalorici sono anche non-cariogeni, il che significa che non contribuiscono alla formazione della carie.10